Sappiamo tutti che dopo gli esiti dei referendum del giugno 2011 con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato si è tentato in diversi modi di non rispettare la loro volontà.
Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazzione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.
In egual modo, più recentemente, l'Autorità per l’energia elettrica ed il gas vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
Noi siamo fermamente convinti che il cambiamento debba arrivare dal basso e con i referendum è stato così...la strada l’hanno segnata i cittadini! Allo stesso modo le amministrazioni locali, proprio perchè più vicine alla popolazione, hanno il dovere di prendere posizione con i fatti ai ripetuti tentativi di violazione della volontà popolare. Siamo qui stasera per chiedere a questo consiglio comunale l’approvazione di questa mozione in cui si chiede di inserire nello statuto comunale il riconoscimento dell’acqua come diritto umano e, di conseguenza, la presa d’atto che la sua gestione deve essere pubblica.
Con più precisione:
- Il comune di Rosà riconosce il diritto umano all’acqua, ossia l'accesso all'acqua potabile come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico e garantisce che la proprietà e la gestione della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili.
- Il servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale di interesse generale. Il Comune di Rosà in attuazione della Costituzione e in armonia con i principi comunitari, al fine di realizzare la coesione economico-sociale e territoriale, promuovere la solidarietà, garantire la protezione dell'ambiente e della salute, anche in considerazione delle peculiarità locali, realizza tale missione attraverso la gestione del
servizio idrico integrato effettuata da un soggetto di diritto pubblico, non tenuto alle regole del mercato e della concorrenza.
Invitiamo inoltre l’amministrazione a farsi promotrice per l’apertura di un tavolo di confronto tra i comuni del nostro bacino di utenza, i rappresentanti del forum italiano dei movimenti per l’acqua e i cittadini in modo da percorrere insieme la strada della ripublicizzazione del servizio idrico.
Molti comuni e regioni lo stanno già facendo Piacenza, Palermo, Napoli e, vicino a noi proprio in questi giorni, Vicenza e l’alto vicentino.
Quindi come sempre se si vuole si può fare basta decidere da che parte stare se dalla parte dei cittadini o di chi continua a mettere a rischio i loro e nostri diritti.
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