"Crea tutta la felicitá che riesci a creare, rimuovi tutta la sofferenza che riesci a rimuovere" Jeremy Bentham
Jeremy Bentham sosteneva fermamente che tutte le leggi dovevano essere fondate su un qualche principio unitario. Altrimenti come potrebbero essere coerenti le une con le altre? Il principio da lui proposto era dunque questo: tutte le leggi e le singole azioni dovrebbero mirare a produrre la maggiore quantitá possibile di felicitá. Una societá, diceva, può definirsi buona nella misura in cui i suoi cittadini sono felici. Di conseguenza una legge è buona se accresce la felicitá dei cittadini.
Oggi ci troviamo così a vivere in una societá nella quale manca una base filosofica di accordo per le politiche pubbliche. I politici che seguono una visione puramente pragmatica sostengono di portare avanti "le scelte che funzionano"; va bene ma che funzionano per che cosa, a quale fine?
Cosa è veramente importante per un cittadino?
Al giorno d’oggi il bene comune risulta calpestato in molte occasioni, motivando l’atto per mere problematiche finanziarie e di bilancio. Siamo proprio sicuri che questo possa essere fatto con tanta semplicità e frivolezza.
Perchè una societá possa prosperare, i suoi membri devono condividere l'idea di un obiettivo comune da raggiungere. Il semplice inseguimento della propria realizzazione individuale è destinato a fallire. Al contrario, è necessario che gli uomini sentano di esistere per un fine più grande: questo pensiero basta per alleggerire la pressione a cui siamo sottoposti. Abbiamo quindi disperatamente bisogno di un concetto di bene comune.
La felicitá, quindi, dipende sia dalle situazioni esterne sia dalla vita interiore. Dovremmo pertanto reindirizzare la nostra societá verso la ricerca della felicitá piuttosto che verso l'obiettivo dell'efficienza dinamica. La vita è fatta per vivere. La scienza ha eliminato la scarsitá di mezzi, e dobbiamo ora pensare seriamente a che cosa, oggi, rappresenterebbe un autentico progresso.
Fermare il consumo del territorio, l'acqua come bene comune, solidarietá sociale, partecipazione alle scelte del nostro comune sono elementi fondamentali per una visione del futuro che metta al primo posto la qualitá della vita.
Noi del Movimento 5 Stelle di Rosà stiamo combattendo questo diritto fondamentale del cittadino, è un nostro cavallo di battaglia nonchè fa parte delle nostre Stelle fondanti.
A Dicembre con una mozione abbiamo voluto chiedere alla nostra amministrazione una garanzia in più. Chiediamo che l’acqua come bene irrinunciabile e inalienabile sia di pubblico dominio, non solo per le sue reti, ma anche per la sua gestione. Le indicazioni venute dal referendum sono chiare, gli italiani vogliono che la gestione sia pubblica (primo referendum), il senso della delibera che si vuole approvare è proprio questo: mettere a statuto comunale che i cittadini Rosatesi vogliono che la gestione dell'acqua sia totalmente pubblica.
Stiamo trovando non pochi problemi a far si che questo semplice nonchè referendario concetto, diventi parte integrante dello statuto del nostro comune..
Ciò che è pubblico deve poter essere visto, controllato, condiviso da tutti e solo mettendo assieme le forze, i pensieri e le idee dei cittadini si può combattere per un fine comune e riuscire ad ottenere ciò a cui si aspira e sicuramente trovando allo stesso tempo la felicità.
Jeremy Bentham sosteneva fermamente che tutte le leggi dovevano essere fondate su un qualche principio unitario. Altrimenti come potrebbero essere coerenti le une con le altre? Il principio da lui proposto era dunque questo: tutte le leggi e le singole azioni dovrebbero mirare a produrre la maggiore quantitá possibile di felicitá. Una societá, diceva, può definirsi buona nella misura in cui i suoi cittadini sono felici. Di conseguenza una legge è buona se accresce la felicitá dei cittadini.
Oggi ci troviamo così a vivere in una societá nella quale manca una base filosofica di accordo per le politiche pubbliche. I politici che seguono una visione puramente pragmatica sostengono di portare avanti "le scelte che funzionano"; va bene ma che funzionano per che cosa, a quale fine?
Cosa è veramente importante per un cittadino?
Al giorno d’oggi il bene comune risulta calpestato in molte occasioni, motivando l’atto per mere problematiche finanziarie e di bilancio. Siamo proprio sicuri che questo possa essere fatto con tanta semplicità e frivolezza.
Perchè una societá possa prosperare, i suoi membri devono condividere l'idea di un obiettivo comune da raggiungere. Il semplice inseguimento della propria realizzazione individuale è destinato a fallire. Al contrario, è necessario che gli uomini sentano di esistere per un fine più grande: questo pensiero basta per alleggerire la pressione a cui siamo sottoposti. Abbiamo quindi disperatamente bisogno di un concetto di bene comune.
La felicitá, quindi, dipende sia dalle situazioni esterne sia dalla vita interiore. Dovremmo pertanto reindirizzare la nostra societá verso la ricerca della felicitá piuttosto che verso l'obiettivo dell'efficienza dinamica. La vita è fatta per vivere. La scienza ha eliminato la scarsitá di mezzi, e dobbiamo ora pensare seriamente a che cosa, oggi, rappresenterebbe un autentico progresso.
Fermare il consumo del territorio, l'acqua come bene comune, solidarietá sociale, partecipazione alle scelte del nostro comune sono elementi fondamentali per una visione del futuro che metta al primo posto la qualitá della vita.
Noi del Movimento 5 Stelle di Rosà stiamo combattendo questo diritto fondamentale del cittadino, è un nostro cavallo di battaglia nonchè fa parte delle nostre Stelle fondanti.
A Dicembre con una mozione abbiamo voluto chiedere alla nostra amministrazione una garanzia in più. Chiediamo che l’acqua come bene irrinunciabile e inalienabile sia di pubblico dominio, non solo per le sue reti, ma anche per la sua gestione. Le indicazioni venute dal referendum sono chiare, gli italiani vogliono che la gestione sia pubblica (primo referendum), il senso della delibera che si vuole approvare è proprio questo: mettere a statuto comunale che i cittadini Rosatesi vogliono che la gestione dell'acqua sia totalmente pubblica.
Stiamo trovando non pochi problemi a far si che questo semplice nonchè referendario concetto, diventi parte integrante dello statuto del nostro comune..
Ciò che è pubblico deve poter essere visto, controllato, condiviso da tutti e solo mettendo assieme le forze, i pensieri e le idee dei cittadini si può combattere per un fine comune e riuscire ad ottenere ciò a cui si aspira e sicuramente trovando allo stesso tempo la felicità.
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